sabato 30 settembre 2017

Genesi

Nel giardino dell'Eden
ad oriente
era primavera
in eterno,
nel giardino dell'eden
le stelle stavano appese
ad alberi fioriti
e dolce polvere di Luna,
trasfigurava ogni istante
giacchè il tempo
non passava
e l'istante era marmo
gli occhi di Eva
erano puri di cristallo
il veleno dell'amore
era sconosciuto ad Adamo
giacchè egli amava tutto
con la stessa intensità
con cui ci si strugge
per gli amanti,
nel giardino dell'eden
la terra non aveva odore
perchè non esisteva la morte.
Poi venne la serpe
dal deserto rosso
caldo era il suo vento
e suadenti le sue parole
no,il Dio alato
Elohim
non parlava così
un'incanto e un'ipnosi
erano le sue parole sinuose.
Egli disse ad Eva:
la tua carne di marmo
è prigione
l'eternità è dubbio
dell'esistenza
solo ciò che ha un contrario
è
tu non sei affatto viva
perchè non puoi morire
non scorre sangue
nelle tue vene
e le tue narici
oppio non possono
inspirare,
mangia dell'albero
del bene e del male
affinchè TU sia Dio
e Adamo il tuo schiavo
il cielo sarà nella tua iride
e il sole nei tuoi capelli,
l'ombra della notte
nella tua vagina,
darai alla luce
creature plasmate
della tua materia,
i tuoi occhi di cristallo
di liquido acanto
diventeranno
e chi morderà il tuo corpo
chi semplicemente lo toccherà
sarà stregato dal frutto
che mangerai
e diventerà egli stesso
una divinità
se si scioglieranno
le tue membra,
non più freddo marmo
e cristallo
ma sudore e sangue
attirerà il tuo compagno
nell'abbraccio palpitante
della morte,
nessuno potrà veramente
possedere fino in fondo
i tuoi capelli d'oro
allora sul giardino
scenderà l'autunno
Adamo diventerà
il più grande poeta
non potendo possedere
fino in fondo
il nero abisso delle tue pupille
si abbandonerà alla morte
e tutta la natura avvizzirà
e diventerà oro
di Autunno
nella bramosia di possedere
il sole nei tuoi capelli.
Eva cedette alle lusinghe
del primo seduttore
e da allora
la morte e l'autunno
scesero sul giardino
e gli angeli soffiarono
negli ultimi denti di Leone
l'erba divenne gialla
sul giardino fu settembre
e da allora
un sottile eco
del grido di dolore
di Eva
al primo morso
divenne struggimento
degli amanti
e la morte
nera
uscì
dalle tenebre
del grembo di Eva
urlando
già
è nella terra
avida della carne
dei suoi figli
bramosa
del nettare nero
del frutto dell'albero.
Adamo amò Eva
e allora conobbe l'odio
e mai odio fu più profondo
per averlo privato
della magia dell'eterno
e per essere diventato
eroinomane,
le sue vene
penetrate dalla
siringa
del nero sguardo
della compagna.
Amore e morte
travolsero il tempo
e le nuvole
vennero plasmate
dagli occhi dei poeti.
E dal nero suo sguardo
venne la morte
signora e sovrana
dell'umana stirpe
liberata dall'amplesso
stregato dall'attimo.
Adamo ricercò
il frutto dell'albero
della vita,
ma appena espulso
il suo seme
già il frutto era lontano
e volgeva via lo sguardo
indifferente gli diventava
il suo nuovo dio mortale
donava piacere caduco
e l'attimo fuggiva
dalle braccia degli amanti
nell'istante dell'amplesso.

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